Psicologo Psicoterapeuta

...Mia nonna era stato il solo punto di riferimento sia fisico che affettivo nella mia vita. Durante gli ultimi anni mi ero occupata di lei. Vivevamo nella vecchia casa che lei aveva preso in affitto quasi quarant'anni prima. La casa non era adatta ad ospitare un vecchio e io non potevo contare sull'aiuto di altri familiari. Dovetti accettare la proposta di mio padre e affidare mia nonna, come dire il mio cuore, a un ospizio. Rimasi sola nella grande casa piena di ricordi, sola nel centro della città da cui da sempre volevo andarmene. Sola con tutto il dolore e tutto il rancore, ma soprattutto sola con un immenso senso di impotenza di fronte alla vita. Avevo dovuto scegliere di mettere mia nonna in un ospizio per poter dedicare il mio tempo a un lavoro, per realizzare la mia vita, per essere indipendente... Ordinai tutto, trasformai la casa in un'installazione, un'opera d'arte. Il giorno che tutto fu al suo posto mi sedetti su un sofá per iniziare a vivere e woum! Mi salí un calore soffocante dalla nuca e tutto cominciò a vacillare. Se c'è una cosa che non sopporto è perdere il controllo e allora lo stavo perdendo. Cadevo senza pericolo, cadevo e volevo uscire ma tutto era dentro, non c'era fuori perché il pericolo era ovunque. Non ricordo come uscii da quella prima volta... Mi ricordo di scendere da un treno per non poter continuare il viaggio fino alla destinazione prefissata e poi mi ricordo di recarmi un giorno a un appuntamento nel consultorio della mia circoscrizione e nella stanza bianca, di raccontare a un giovanissimo Albano quello che mi stava accadendo. Sono sempre stata incredula di fronte ai medici e alle autorità in generale. Non uso medicine e lavoro incessantemente e in totale autonomia ad analizzare e comprendere quello che vivo. Voglio dire che sono un paziente difficile, un'impaziente! Sono una che ha avuto una vita difficile e che per questo non vuole farsi aiutare da chi non sa che cosa sia la vita... Peró si, sa riconoscere chi ha un dono. E in Albano riconobbi subito il dono di chi sa ascoltare senza giudicare e che sa spostare il punto di vista senza far sentire al suo interlocutore che si tratta di un errore. Per questo sono sicura che l'esperienza sia relativa e che uno scrittore dotato possa scrivere un capolavoro a 20 anni come anche a 40 o a 80. Cosí definirei l'opera di Albano con i miei attacchi di panico: un capolavoro! In poche mosse riuscí a distogliermi dal mio ego impaurito e a ridarmi il coraggio di arrivare a destinazione. Credo che non furono necessari piú di 3 o 4 incontri. Senza lettini soporiferi e senza medicine! Una terapia breve basata sulla logica associata con un pizzico di saggezza indiana e una spolveratina di "sense of humor". Da quel momento presi il volo e la mia vita cominció ad esistere. Lasciai la vecchia casa, la città, i dolori, l'odio... Lasciai un vecchio mondo e partii con una valigia di speranze... Mi piace pensare che se non avessi incontrato Albano forse non sarei qui ora a scrivere queste parole mentre le onde si infrangono sulla spiaggia deserta dell'isola dei miei sogni che si sono tutti realizzati. Di certo ho il merito di aver saputo tenere la rotta e di aver colto tutte le occasioni, di certo non si tratta solo di fortuna.

...Infinita la sua pazienza, decisamente professionale, mai scontato. Ha toccato ogni singola corda dei miei pensieri facendola vibrare, senza insistenza ma rimandando al momento migliore per me, per affrontarlo e superarne la linea di confine. Ha saputo aprire ogni porta del mio cuore. Alcune le ho aperte, però non sono riuscita a entrare... Troppo difficile, troppo doloroso. Ma ho capito quali sono e magari un giorno ci posso riuscire. Altre ci sto ancora lavorando. La psicoterapia è una strada tutt’altro che facile. Aver avuto accanto un professionista come il Dott. Zucco, negli anni l’ha resa meno ardua e sicuramente percorribile. Ancora oggi, a distanza di tempo, se ho bisogno di snodare trame aggrovigliate, chiamo fiduciosa soltanto lui.